martedì 2 settembre 2008

Benedetto XVI - Angelus, Domenica 31 Agosto 2008

Cari fratelli e sorelle!

Anche oggi, nel Vangelo, compare in primo piano l’apostolo Pietro. Ma, mentre domenica scorsa l’abbiamo ammirato per la sua fede schietta in Gesù, da lui proclamato Messia e Figlio di Dio, questa volta, nell’episodio immediatamente seguente, mostra una fede ancora immatura e troppo legata alla "mentalità di questo mondo" (cfr Rm 12,2). Quando infatti Gesù comincia a parlare apertamente del destino che l’attende a Gerusalemme, che cioè dovrà soffrire molto ed essere ucciso per poi risorgere, Pietro protesta dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai" (Mt 16,22). E’ evidente che il Maestro e il discepolo seguono due modi di pensare opposti. Pietro, secondo una logica umana, è convinto che Dio non permetterebbe mai al suo Figlio di finire la sua missione morendo sulla croce. Gesù, al contrario, sa che il Padre, nel suo immenso amore per gli uomini, lo ha mandato a dare la vita per loro, e che se questo comporta la passione e la croce, è giusto che così avvenga. D’altra parte, Egli sa pure che l’ultima parola sarà la risurrezione. La protesta di Pietro, pur pronunciata in buona fede e per sincero amore verso il Maestro, suona per Gesù come una tentazione, un invito a salvare se stesso, mentre è solo perdendo la sua vita che Lui la riceverà nuova ed eterna per tutti noi.

Se, per salvarci, il Figlio di Dio ha dovuto soffrire e morire crocifisso, non è certamente per un disegno crudele del Padre celeste. La causa è la gravità della malattia da cui doveva guarirci: un male così serio e mortale da richiedere tutto il suo sangue. E’ infatti con la sua morte e risurrezione, che Gesù ha sconfitto il peccato e la morte ristabilendo la signoria di Dio. Ma la lotta non è finita: il male esiste e resiste in ogni generazione, anche ai nostri giorni. Che cosa sono gli orrori della guerra, le violenze sugli innocenti, la miseria e l’ingiustizia che infieriscono sui deboli, se non l’opposizione del male al regno di Dio? E come rispondere a tanta malvagità se non con la forza disarmata dell’amore che vince l’odio, della vita che non teme la morte? E’ la stessa misteriosa forza che usò Gesù, a costo di essere incompreso e abbandonato da molti dei suoi.

Cari fratelli e sorelle, per portare a pieno compimento l’opera della salvezza, il Redentore continua ad associare a sé e alla sua missione uomini e donne disposti a prendere la croce e a seguirlo. Come per Cristo, così pure per i cristiani portare la croce non è dunque facoltativo, ma è una missione da abbracciare per amore. Nel nostro mondo attuale, dove sembrano dominare le forze che dividono e distruggono, il Cristo non cessa di proporre a tutti il suo chiaro invito: chi vuol essere mio discepolo, rinneghi il proprio egoismo e porti con me la croce. Invochiamo l’aiuto della Vergine Santa, che per prima e sino alla fine ha seguito Gesù sulla via della croce. Ci aiuti Lei ad andare con decisione dietro al Signore, per sperimentare fin d’ora, pur nella prova, la gloria della risurrezione.






1 commento:

Anonimo ha detto...

"Dio te ne scampi"... Oh, come sono familiari queste parole! Sono simili a queste altre: "Signore, perché proprio a me?".
Queste sono state le parole di una ragazza che aveva festeggiato i suoi diciassette anni appena due giorni prima di quando, in piena notte, i carabinieri le avevano portato la notizia dell'incidente stradale dal quale il papà non si sarebbe più svegliato.
Il nostro mondo è piccolo, fatto di tante certezze fragili; sono certezze perché si conosce il proprio mondo, si è cresciuti in esso e man mano si cresce ci si rende conto, confrontandosi con gli altri, che è un mondo unico, il proprio! Nello stesso tempo sono fragili perché possono crollare da un momento all'altro e in certi casi, nulla tornerà mai più come prima. Che ruolo ha Dio nelle contingenze della vita, negli stravolgimenti che possono succedere in essa? Il ruolo è assolutamente interiore. Dio non ha preservato il Figlio dal dolore e dalla morte, non ha fermato la mano dei persecutori: Longino è stato colui che ha aperto con la sua lancia il costato di Gesù... Longino aveva gravi problemi agli occhi e gli spruzzi di sangue che glieli hanno lavati l'hanno guarito. San Longino, ex soldato romano, ha avuto la grazia di trovarsi sotto la Croce Santa e per merito suo le reliquie del Sangue di Gesù insieme alla terra sotto la Croce che ne era intrisa si trovano in Italia... E la Madre? Ha chiesto mica perché è capitato proprio a lei? Ha allevato il Figlio pregando che Dio lo scampasse dai pericoli e sollevasse loro dalle difficoltà? Mah, a me sembra che lei si sia affidata sin dall'inizio a Dio col suo "eccomi, sono l'Ancella del Signore"... Ha affidato la sua vita e quella del Figlio, ha consolato gli apostoli spauriti dopo la morte del loro Maestro, ha sostenuto e sostiene l'umanità coi suoi messaggi colmi d'amore.
Ma quella ragazza, che fine ha fatto? Beh, col tempo ha capito che nulla è tolto ma tutto cambia, che il dolore può essere la fase più acuta della nostalgia di un abbraccio e che ha la responsabilità di non far perdere ciò che i propri cari le hanno insegnato e tutto l'amore che le hanno trasmesso.
Un caro abbraccio da Brigida.
Ps: vi chiedo una preghiera per l'anima del mio caro papà ...e che Dio vi benedica!