sabato 11 ottobre 2008

22 - Pregare per tutti gli uomini - "La sapienza del cuore" (di Padre Fabrizio Carli)


Farsi carico dei propri fratelli non è però soltanto pregare per essi quando sono provati dalla sofferenza. L'uomo, anche non particolarmente afflitto dal dolore, ha sempre bisogno dell'aiuto e della grazia del Signore, e quindi ha sempre senso pregare per lui. E pregare per chiedere tutto ciò che è veramente bene per il nostro prossimo, con fede, con fiducia, lasciando a Dio di determinare questo bene, perché, egli solo sa che cosa convenga a ciascuno di noi, per l'anima e per il corpo, nella vita terrena e per la vita eterna. E' carità delicatissima e preghiera che viene sempre esaudita.
Gesù stesso infatti ci assicura che quando chiediamo qualsiasi cosa al Padre in suo nome, il Padre ci esaudisce sempre. Ora, chiedere nel nome di Gesù che è il Salvatore, significa chiedere tutto ciò che giova alla nostra salvezza, e cioè chiedere il bene più grande per l'uomo, poiché non vi è nulla che valga maggiormente della salvezza eterna. “Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?”: ci ricorda sempre Gesù ( Mt 13, 25).
Che dono, quindi, facciamo ai nostri fratelli quando preghiamo per il loro bene, cioè per la loro salvezza eterna! Questo è vero amore, e lo sa il cuore buono che nel pregare così sente di abbracciare il mondo intero, e cioè tutti gli uomini, sente di dare a tutti i suoi fratelli, e questo dare è gioia intima che porta a donare sempre e di più, perché, è amore, e chi ama veramente vuole amare sempre di più.
Inoltre, pregando così, noi procuriamo in modo certo al nostro prossimo quel bene che non sempre riusciamo , per i nostri limiti, a fargli con l'aiuto esteriore che gli prestiamo. Aggiungendo invece a questo la preghiera, noi siamo certi di fare veramente del bene, perché in tal modo affidiamo a Dio il nostro prossimo e lasciamo a lui di intervenire: alla nostra pochezza e incapacità, sostituiamo una potenza infinita, un' infinita sapienza e un infinito amore.
Infine, i fratelli dei quali dobbiamo farci carico, non sono soltanto gli uomini sulla terra: sono nostri fratelli anche coloro che hanno compiuto il loro cammino terreno e sono tornati alla casa del Padre. La pietà cristiana ha sempre pregato anche per i defunti; diremmo anzi che lo ha fatto con un'insistenza particolare, che oggi forse tende a diminuire, ma che invece risponde ad una perfetta intuizione della realtà in cui si trovano le anime del Purgatorio, per usare un'espressione che pare andata anch'essa un poco in disuso. La fede e la ragione ci dicono che al di là della vita terrena le anime non possono più accrescere per se stesse il proprio bene morale, perché hanno raggiunto il loro stato definitivo, dopo il percorso della prova sulla terra. Ma questo bene lo possiamo accrescere noi, pregando per loro, offrendo sacrifici e opere buone. Il concetto cristiano del suffragio, che il cuore ben conosce e vuole .
Fondamento di questo, è l'ineffabile realtà della comunione dei santi, e cioè il fatto che tutti gli uomini, vivi e defunti, sono congiunti in Cristo, e quindi vi è tra loro comunione e comunicazione di affetti e di beni spirituali. Data questa comunione in Cristo, la pietà cristiana sente che la preghiera fatta da noi in terra, giova al bene delle anime che si stanno ancora purificando per essere degne di godere l'infinito Bene di Dio in Paradiso. Ed è carità squisita, delicatissimo atto di amore, aiutare a raggiungere quel Bene a cui anelano e tendono perché, sanno di esservi chiamate, ma del quale sentono di non essere ancora degne finchè tutto in esse non venga purificato dall'amore e nell'amore.
E coglie il vero l'animo cristiano che sente che le anime del Purgatorio ricambiano il bene che noi facciamo loro con la preghiera, intercedendo a loro volta per noi che camminiamo ancora lontani dalla meta finale, ed esposti a tanti pericoli sulla terra. E' testimonianza non infrequente quella di chi attesta di sentirsi aiutato dalle anime del Purgatorio. E' sempre l'ineffabile, consolante realtà della comunione dei santi, in Cristo e per Cristo.
E così, il cuore buono, il cuore che ama e quindi sa pregare per tutti gli uomini, abbraccia veramente nel suo amore il cielo e la terra. Diviene cioè il cuore del mondo.


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