martedì 14 ottobre 2008

23 - La sapienza del cuore - (di Padre Fabrizio Carli)


Chi ha seguito lo svolgimento del nostro discorso, può ora ben comprendere che cosa sia la sapienza del cuore.
Notiamo intanto che nella teologia e nella pietà cristiana la sapienza è il primo dono dello Spirito Santo, e anche noi ne abbiamo già accennato in questo senso.
Come dono dello Spirito Santo, che è l'infinito Amore di Dio, la sapienza non è soltanto affinamento dell'intelligenza soprannaturale del cristiano, per cui egli può penetrare maggiormente nella conoscenza della verità e averne sicura luce che guidi tutta la sua condotta morale.
La sapienza che ci dona lo Spirito Santo è particolarmente luce per amare, e come tale investe direttamente il cuore, che nel nostro modo di pensare e di esprimerci intendiamo come l'intima sorgente dell'amore nell'uomo. Questa luce permette al cuore di amare nel modo vero, cioè nel modo voluto dall'amore nella sua più assoluta purezza e in tutta delicatezza e la finezza che solo esso conosce.
Amara di amore puro non è facile per sé all'uomo, sia per la naturale debolezza delle sue facoltà, sia per il suo istinto tendenzialmente egoistico. E' sempre facile che anche nell'amore che sembra più disinteressato si insinui qualcosa di meno puro e di meno buono, che può sfuggire anche alla coscienza più attenta e vigile. Inoltre, la stessa spontaneità dell'amore va sempre retta e anche corretta secondo il vero ordine del bene, poiché non può essere vero amore quell'amore che non è secondo quanto esige la verità .
Per tutto questo ci soccorre la sapienza del cuore, che noi dobbiamo invocare dalla fonte infinita dell'Amore, cioè dallo Spirito Santo. Si potrebbe anche dire che questa sapienza è l'istinto stesso dello Spirito Santo che si fa amore amante nel cuore dell'uomo. Istinto quindi santo, che porta cioè il cuore ad amare di vero amore; ed istinto che guida il cuore di amare con la sicurezza di essere nel vero amore.
La sapienza del cuore è dunque il cuore che sa amare perché, intimamente illuminato e alimentato dall'infinito Amore di Dio, cioè dallo Spirito Santo.
E di qui viene quella che possiamo chiamare la libertà del cuore. Quella libertà che è indicata anche dalle parole di sant'Agostino: “Ama e fa ciò che vuoi”; ossia, se sei colmo di amore non temere di amare: lasciati portare dall'amore ovunque esso ti porta, supposto però che sia l'amore vero, quello destato in cuore dall'istinto dello Spirito Santo.
Ecco allora anche l'intraprendenza dell'amore, sempre frutto della sapienza del cuore . Nella storia della santità vi sono continue espressioni dell'intraprendenza dell'amore, dimostrata nelle opere più impensate e più originali e più sorprendenti, che fanno veramente credere nell'infinita capacità dell'amore di manifestarsi in tutti i modi in cui è possibile all'uomo di amare. Inesauribile ricchezza dell'amore, che supera ogni pur possibile forma del male, perché non vi è forma di male che non possa essere redenta da un amore più grande ancora . Inesauribile ricchezza dell'amore, diciamo. Santa Teresa del Bambino Gesù scrisse che l'amore è tutto. “Ho cercato e finalmente ho compreso che l'amore comprende in sé tutte le vocazioni, che l'amore è tutto, abbraccia in sé tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola l'amore è eterno.
“Amore, nel pieno gaudio dell'anima inebriata, ho gridato: O Gesù , mio amore ho finalmente trovato la mia vocazione: la mia vocazione è l'amore. Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me l'hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore, e così sarò tutto” (Manoscritti autobiografici, Lisieux 1957, p. 229) .
Ma anche senza manifestarsi in opere sorprendenti, l'intraprendenza del cuore sa abitualmente trovare mille vie e mille modi per amare, e sono tutte quelle accortezze, quelle industriosità, quelle finezze, quelle delicatezze che vengono spontanee al cuore quando ama veramente, e in cui l'amore, donandosi, si affina e quindi si alimenta sempre di più.
E allora la sapienza del cuore porta davvero spontaneamente alla continua benevolenza, vissuta in tutte le forme che abbiamo detto nelle pagine precedenti; quella benevolenza che non giudica mai, e che quindi non pensa male, non parla male, che insegna ad usare l'indulgenza e a comportarsi anche con la correzione fraterna quando questa è necessaria; quella benevolenza che porta a farsi carico dei proprio fratelli , a farsi tutto a tutti, in discrezione e delicatezza, senza mai stancarsi, tutto credendo, tutto portando, tutto sperando: come è il vero amore nello stupendo inno che gli eleva san Paolo.

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