martedì 15 luglio 2008

6 - L'amore di Dio nel cuore dell'uomo - "La sapienza del cuore" - (a cura di Padre Fabrizio CARLI)


Gesù che è la Via, la Verità e la Vita, ha dichiarato di essere venuto affinché, gli uomini “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10), cioè in tutta la pienezza possibile. Ora, la pienezza della vita si ha nell’amore.
L’amore è pienezza di vita non soltanto nell’uomo: lo è prima di tutto in Dio. Il Padre genera il Figlio e lo ama infinitamente; il Figlio è generato e amato dal Padre e ama il Padre infinitamente; il loro amore infinitamente amante e infinitamente amato è lo Spirito Santo, nel quale perciò vi è l’infinita comunione del Padre e del Figlio. Nello Spirito Santo, quindi, che è Amore inibito, si ha la Trinità vivente nell’infinita sua pienezza. Così san Giovanni, completando l’antica rivelazione dell’unico vero Dio, ha compendiato la nuova Rivelazione di Dio uno e trino nella sublime espressione: - “Dio è amore” ( 1 Gv 4, 8).
Ebbene, la pienezza della vita stessa di Dio, ossia il suo amore, dice san Paolo, “ è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 5). Con l’effusione dell’infinito amore di Dio nel cuore dell’uomo, si è realizzato quanto Dio aveva preannunciato per bocca dei profeti: che avrebbe cioè tolto agli uomini il loro cuore di pietra per dare loro un cuore di carne, ossia un cuore “nuovo”. E’ qui il capolavoro dell’opera redentrice di Dio: nell’avere cioè rifatto il cuore dell’uomo effondendo in esso il suo amore infinito. In tal modo il cuore umano può amare con tutto il proprio amore e allo stesso tempo con l’amore infinito di Dio. Proprio qui si consacra la nuova alleanza tra Dio e gli uomini: nel cuore dell’uomo, divenuto nell’uomo il cuore stesso di Dio, poiché con la redenzione operata dal sangue di Cristo e con l’effusione dello Spirito Santo, Dio stesso come amore vi ha preso ineffabile dimora. Dio si è posto come “amante” nel cuore dell’uomo!
Come, perduto Dio, l’uomo aveva fatto di sé il centro di tutto e quindi anche del proprio amore, così, ritrovato Dio attraverso Cristo, il centro di tutto per l’uomo tornò ad essere Dio. L’amore con cui l’uomo, dopo l’opera della redenzione, ama Dio, è dunque l’amore con cui ama tutto. Mentre prima amava per sé, ora ama per Dio; prima era l’egoismo, cioè l’amore disordinato di sé, ora invece è l’amore di Dio. Nel regno dell’egoismo l’uomo amava le creature perché, le riteneva un bene per lui, nel regno della carità cristiana ama le creature perché, esse sono amate da Dio.
E’ sempre quindi Dio che l’uomo ama nelle creature. Amandole infatti perché, Dio le ama, egli ama in esse l’amore stesso di Dio, e le ama con l’amore stesso di Dio, perché, l’amore con cui le ama è Dio stesso che ama in lui.
Ne deriva quindi questa grande realtà, che amando le creature l’uomo effonde l’amore stesso di Dio. Per questo il suo amore non deve aver limiti, altrimenti si limiterebbe l’amore di Dio, e quindi in un certo senso si limiterebbe da parte dell’uomo Iddio stesso, in quanto Dio è amore.
Ovviamente, Dio non verrebbe limitato in se stesso, ma solo in noi, da parte nostra, in quanto non amando le creature non permettiamo che l’amore di Dio si effonda dal nostro cuore, e questo è davvero mortificare l’amore. “Mortificare”, nel senso di portare la morte, uccidere. Se infatti la vita dell’amore sta nell’amare, quando non si ama l’amore non ha la sua vita. Per questo san Giovanni dice: “ Chi non ama sta nella morte” (1 Gv 3, 44). E si noti bene, non dice: chi non ama Dio sta nella morte, ma semplicemente: chi non ama. Infatti chi non ama non sta in Dio, perché Dio è amore (Gv 4, 16); ora, non stando in Dio non si ha la vita della grazia, la vita eterna. E dunque è tragicamente vero che chi non ama sta nella morte!

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