domenica 20 luglio 2008

10 - Come si fa a voler bene - "La sapienza del cuore" - (di Padre Fabrizio CARLI)


Muovere dunque anche il cuore all’amore, quell’amore che è voler bene. È questo un meraviglioso potere che l’uomo ha e forse ignora o non è abituato ad usare. Ed è invece il segreto perché, possa giungere ad amare con tutto se stesso; ed è forse l’aspetto più delicato, più prezioso e più bello del comandamento dell’amore.Per muovere il cuore ad amare dobbiamo vedere il nostro prossimo in una luce che ce lo renda amabile. Il segreto per amare è proprio qui. Non si può pensare che l’amore per il prossimo nasca in noi istintivamente, perché l’istinto - come si è già detto - ci può portare solo verso qualche determinata persona, con cui ci si senta in sintonia e simpatia, mentre noi dobbiamo amare tutti: anche chi non ci è simpatico, anche chi suscita in coi un istintivo sentimento di avversione.Occorre quindi saper trovare in ogni persona tutte le ragioni che vi sono per amarla. Queste ragioni o verità le vede l’intelligenza; ma quando l’intelligenza vede, può muoversi anche la volontà, dalla quale segue l’affetto del cuore. E allora si può comprendere quanto sia importante saper scoprire e vedere tutti i motivi o le ragioni che vi siano sempre per amare ogni persona, nessuna eccettuata.La ragione più grande - come dicevamo più sopra – è che in ogni uomo dobbiamo scorgere Cristo che ci viene incontro per essere da noi amato in quella persona concreta, qualunque essa sia. Se noi riusciamo a persuaderci profondamente di questa verità, vediamo ogni uomo in una luce che ce lo renderà amabile; l’apprezzamento che ne faremo in questa luce, ci porterà a volergli bene; e più sapremo capire e convincerci che in ogni uomo ci viene incontro Cristo, tanto più crescerà il nostro amore, al punto che anche il cuore parteciperà con la sua tenerezza e il suo calore. Basterebbe questo grande motivo per muovere il cuore ad amare; ma può esserci anche di vero aiuto tener presente che l’inizio dell’amore è nell’apprezzamento, nella valutazione, nella stima che l’intelligenza deve fare delle persone.Quando vediamo e riconosciamo i pregi e il valore di una persona, nasce in noi di conseguenza anche la stima, e alla stima segue l’affetto, cioè quel sentimento che ci porta ad abbracciare quella persona in tutto il suo valore, godendo di ciò che essa è, e volendo che abbia quel bene. Quanto più poi aumenta la stima tanto più cresce l’affetto, che si può estendere alla parte sensitiva della natura umana, per quello stesso nesso fra tutte le potenze fisiche e spirituali dell’uomo, a cui abbiamo già accennato. Si può comprendere meglio questo, considerando come esempio un caso, non difficile a riscontrarsi nell’esperienza comune: il caso cioè in cui con l’andare del tempo si può giungere a nutrire un affetto sincero anche per una persona che all’inizio ci era antipatica.Ebbene, che cosa è avvenuto in tal caso dentro di noi? Conoscendo meglio quella persona, scoprendo in essa dei lati buoni, apprezzandone certe qualità, abbiamo modificato via via il nostro giudizio fino a giungere ad una valutazione migliore: a questo atto di riconoscimento interiore è seguita la stima e alla stima l’affetto., perché, è questo il procedimento naturale degli atti umani nel campo morale.A modificare il fatto istintivo dell’antipatia, è intervenuta l’intelligenza, che ha man mano visto e scoperto dei motivi di apprezzamento. La valutazione razionale è stata perciò la causa e l’inizio di quel processo interiore che dall’antipatia istintiva ha portato successivamente all’affetto vivo e profondo. Si potrebbe forse obiettare che in tal modo noi non amiamo il prossimo in se stesso, ma un’immagine che ce ne facciamo. Se se pensasse così, si ignorerebbe la natura dell’amore: altro è infatti il motivo dell’amore, altro il suo contenuto. Il motivo è sempre nell’ordine ideale, perché, si tratta di una ragione che la mente vede e comprende; il contenuto dell’amore è invece il suo donarsi alla persona reale. Il motivo non costituisce l’amore: lo suscita, semplicemente: non si ama il motivo, si ama la persona per la quale vi è quel motivo per amarla.Oltre a quello già esposto, cioè che in ogni uomo ci viene incontro Cristo per essere amato, vi sono ancora altri motivi che possono muoverci ad amare il prossimo. Ad esempio, possiamo tenere presente che ogni uomo è creatura di Dio; siamo tutti figli dello stesso Padre che amandoci ci ha creati destinandoci al gaudio eterno in lui; tutti siamo stati redenti dal sangue del Figlio suo e in tutti si è effuso il suo amore; siamo tutti partecipi dello stupendo disegno di bene che Dio va perseguendo nell’universo attraverso le vicende che ci toccano tutti e talvolta anche tragicamente. Ancora, non dobbiamo dimenticare che ogni uomo è carico del suo peso di prove e sofferenze; anche chi può sembrare spensierato magari porta grandi pene nascoste nel cuore; chi ci passa accanto ed è per noi forse soltanto un estraneo, può avere in se, tanta solitudine e bisogno di attenzione e di amore; perfino chi appare sicuro e forte, forse nell’intimo può essere totalmente diverso. In questo contesto ci pare opportuno richiamare una pagina scritta anni fa, ma che troviamo perfettamente aderente a quanto andiamo dicendo. La riproponiamo, quindi, precisando che si tratta dei motivi specifici che i coniugi possono trovare in più per rinnovare quotidianamente la loro reciproca dedizione.“Sono tanti i motivi che un’anima di buona volontà può trovare per la sua dedizione costante, in cui si manifesta il vero amore. Anzitutto, ciascuno dei coniugi pensi davvero che la persona che gli sta accanto, è quella che un giorno ha creduto in lui, che gli si è affidata per la vita, in fiducia e in abbandono. Il non sentire più questo, è venir meno non solo ad una promessa, ma ad una fiducia che era stata posta in noi; è un tradire qualcosa in cui un’altra creatura aveva creduto, su cui aveva costruito per la vita. Se poi si pensa che la persona che ci vive al fianco ha condiviso tutte le nostre gioie e le nostre pene, ha magari sopportato con noi e per noi situazioni difficili, ha colmato con la sua presenza tante ore in cui sia aveva bisogno di una compagnia, si è tante volte prodigata nell’adempimento umile e silenzioso del proprio dovere; se si pensa a tutto questo si troverà un altro “motivo” per vederla sotto una luce migliore, per sentirla più vicina, per inclinare il cuore ad amarla. Bisognerebbe richiamare alla mente queste cose ogni giorno. Appunto perché, nell’usura quotidiana l’abitudine toglie slancio all’anima, bisogna rinnovare “volutamente” i sentimenti e gli affetti, rifacendosi ai motivi che valgono sempre. Spontaneamente questo non succede: si deve quindi intervenire con la volontà. L’amore nella sua parte più bella e più elevata, è soprattutto “voler” bene”. (Remo Bessero Belti, Veramente insieme, Ed. Paoline, Milano 1969, pp. 60-61).Non c’è alcuna persona, insomma, che non abbia bisogno di comprensione e di bontà. Ebbene, se ci convinciamo di questo, non ci sarà difficile abbracciare tutti nel nostro amore, proprio perché tutti sono dati al nostro amore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un caro abbraccio da Brigida.
Leggendo questa riflessione, posso portare un'esperienza vissuta in questi ultimi mesi... Sono una persona che ama farsi un proprio punto di vista, che vuole sbagliare, magari, ma di errori propri e non indotti da chi chiede, senz'altro in buona fede, di fidarsi ciecamente.
Proprio in questo frangente sono rimasta diciamo "isolata" perché ho voluto farmi una mia idea su una persona, perché ho dato ad essa il beneficio del dubbio cercando di vincere quest'impressione anche mia che la persona in questione non rilasci nulla di positivo.
L'impressione a me è rimasta, ma testardamente (ammetto), continuo a cercare una nota positiva in esso, pur non condividendo il suo modo di fare.
La conseguenza della mia scelta di andare contro corrente fomenta il mio aver voglia di starmene per conto mio e andare avanti con gli insegnamenti che la Parola mi ha concesso in questi ultimi tre anni sotto una guida che per me è diventata un faro che rende chiara la Parola di Dio.
Cercare le "cose del Cielo" e non mescolarsi alle iniquità è importante, lo riconosco, ma cercare a tutti i costi il bene in chi non lo dimostra è difficile e mi sta inducendo a meditare personalmente la Parola svicolando impegni più diretti con le persone (non con tutti, ho anch'io dei punti fermi, altrimenti sarebbero guai).
Un impegno voglio fortemente mantenere, quello col Signore, prego ormai costantemente di riuscire a capire come vuole usarmi, chiedo insomma proprio il discernimento e la sapienza del cuore nell'andare incontro a chi poco sopporto e anche a chi ce l'ha con me, a chi mi vede male e a chi non mi vede affatto, chiedo di poter capire ciò che è giusto che capisca per avere più coscienza di scegliere ogni giorno di percorrere quella via che sarà si difficile, erta e piena di difficoltà in ogni momento, ma nella piena leggerezza della consapevolezza che è la vita che porto sulle spalle e che con questa mia piccola vita, cerco di andare in contro alla Vera Vita.
Con una preghiera per le persone che fanno parte dell'esperienza che ho accennato in queste righe (che Dio li benedica) e con grazie per primo a Dio che ha voluto questo spazio e a voi che avete aderito alla realizzazione del tutto, vi mando ancora un caro abbraccio.